29 Ottobre 2021 – È “fatto divieto a chiunque” di mantenere un “abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”: Soltanto uno dei passaggi di un’ordinanza anti-prostituzione firmata dal sindaco di Terni, Leonardo Latini (Lega). Tutto ciò è finito per scatenare una polemica politica.
La replica di Latini : “Se si legge il provvedimento attentamente e con uno spirito laico ci si accorge che non è vietato alcun tipo di abbigliamento particolare da parte di nessuno, ma che c’è solamente la volontà di contrastare un fenomeno. Occorre leggere bene e non estrapolare singole parole, perché altrimenti si rischia di strumentalizzare il tutto”.
La senatrice umbra M5s, Emma Pavanelli. “No, non siamo in Afghanistan sotto il regime talebano, ma in Umbria” ha scritto la parlamentare in una nota, in cui sottolinea che “il sindaco di Terni emana un’ordinanza che impone alle donne il divieto di abbigliamento “provocante, pena l’equiparazione a prostitute”.
Per la senatrice le soluzioni della Lega sono “grottesche e offensive per la tutela del territorio ternano”. “Invece di trovare soluzioni ai problemi della città e risollevare l’economia – ha continuato – il sindaco vuole eliminare la prostituzione vietando minigonne e scollature e limitando la libertà delle donne. Una decisione ridicola e grave che ci fa capire a che livello è arrivato il partito di Salvini, un livello medioevale, omocentrico e privo di idee”.
I consiglieri comunali della Lega, hanno spiegato in una nota di provare “incredulità” e “grande dispiacere” nel constatare che “c’è qualcuno che si oppone all’azione di contrasto della prostituzione” e sottolineato che in passato anche sindaci di centrosinistra “hanno adottato ordinanze simili, sia negli intenti che nei contenuti”. “Ci sono battaglie che non dovrebbero avere colore politico” hanno sottolineato i consiglieri, secondo i quali “l’obiettivo universale” dovrebbe essere “garantire sicurezza e decoro”.
Il sindaco evidenza poi che su “tre condotte che vengono vietate dall’ordinanza, due riguardano i clienti”. “È chiaro – ribadisce – che si tratta di un fenomeno che ha dei risvolti sociali particolarmente drammatici, ma quello riguarda un’altra porzione dell’attività che un ente locale può fare”. L’ordinanza è invece, sempre a detta del sindaco, “uno strumento utile per cercare di contrastare fenomeni criminali che se trovano nelle città ambienti non accoglienti possono retrocedere”. “Se invece lasciamo fare come se nulla fosse – conclude – gli stessi fenomeni criminali si insediano sempre di più e sono particolarmente spiacevoli quando vanno a colpire povere donne, come quelle costrette alla prostituzione”.