Vinciullo: L’IAS deve rimanere pubblica. La Regione non può sottrarsi alle proprie responsabilità nei confronti del territorio

Siracusa, 23 marzo 2019: Come ho sempre sostenuto, in decine e decine di interventi pubblici, nonché di atti parlamentari, soprattutto quando ero Presidente della Commissione Bilancio, l’IAS deve rimanere pubblica perché la Regione Siciliana non può, assolutamente, sottrarsi alle sue responsabilità nei confronti del territorio siracusano. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo, Presidente emerito della ‘Commissione Bilancio e Programmazione’ all’ARS.

Affidare a terzi, privati, la gestione del più grande ed importante depuratore industriale esistente in Sicilia non è possibile anche perché si correrebbe il rischio che eventuali gestori potrebbero trovarsi in una situazione di aperto conflitto di interessi.

In pratica, chi scarica all’interno del depuratore non lo può gestire, cioè non si può essere controllori e controllati allo stesso tempo, su questo credo che non ci possano essere dubbi.

Avevo, nel corso degli anni, anticipato quella che sarebbe stata la conclusione drammatica di questo percorso, ma nessuno aveva voluto ascoltare i miei inviti a ragionare e a dialogare su un argomento che è di fondamentale importanza per una equilibrata gestione del territorio.

Oggi, mi sembra di capire che, tutti si muovano in maniera scomposta, senza individuare quella che è la funzione istituzionale della società consortile e quindi del depuratore di Priolo.

Ognuno pensa che gridando si possa risolvere il problema, ma il problema andava affrontato e risolto prima e comunque, oggi, è necessario ricercare una soluzione che non sia pasticciata, ma nasca dalla effettiva conoscenza dei fatti e che possa contribuire a rilanciare la funzione pubblica del depuratore.

Solo se si acquisirà un’effettiva conoscenza delle norme esistenti e dei diritti derivanti, ha proseguito Vinciullo, si potrà intraprendere un percorso che potrà portare alla gestione, sempre pubblica, dell’impianto, senza tralasciare però di individuare le responsabilità delle condizioni in cui si trova, oggi, l’impianto.

Ma su questo tema la politica ora deve fare un passo indietro, c’è un’indagine e le indagini si concluderanno con l’individuazione di eventuali responsabilità personali o societarie.

In questi ultimi mesi, ha continuato Vinciullo, non ho assolutamente fatto alcuna riflessione sulla vicenda in quanto rispettoso dell’intervento della magistratura, ma, oggi, scadono i termini per la presentazione della fideiussione da parte della Regione e la Regione da una zona industriale che garantisce oltre il 40% degli introiti alle casse regionali, attraverso, evidentemente, le rimesse statali, non può disinteressarsi di fronte al problema.

La Regione Siciliana ha ottenuto e continua ad ottenere troppe risorse finanziarie dal triangolo industriale di Melilli, Augusta e Priolo per uscirsene con la giustificazione di non avere 700.000 euro da impegnare per la zone industriale più inquinata, forse, d’Europa.

Questa risposta è veramente insopportabile e dispiace che la deputazione regionale sia silente e non stia sollecitando il Governo regionale, con la dovuta energia, ad adoperarsi per l’individuazione delle risorse necessarie da impegnare.

Modestamente, posso dire che, ha concluso Vinciullo, se hanno difficoltà ad individuare queste risorse, mi offro per qualche consiglio, ma mi pare di ricordare che quando fu necessario trovare le risorse per il Giro d’Italia non hanno avuto problemi ad individuare dove prendere quasi 20 milioni di euro!

700.000 euro dovrebbe essere molto più semplice.

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