Dopo la “pupiata” della consegna del sottofondo del sottopasso dello svincolo Maremonti, che si è cercato di “vendere” come apertura dello svincolo Maremonti, ancorché la stessa apertura sia avvenuta il 29 luglio 2015, ci saremmo aspettati la ripresa dei lavori, dal momento che gli stessi sono in evidente stato di abbandono e/o di completamento. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo, Presidente emerito della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS.
Gli ingressi al cantiere sono rimasti aperti, con i new jersey in cemento buttati a terra, la rete metallica è ancora accatastata in un angolo in attesa che venga collegata nel sottofondo a copertura dello stesso e di una paratia laterale, le botole in ferro non sono state ancora collocate e invece al loro posto troviamo delle bellissime tavole di legno, i tubi in cemento, che dovrebbero condurre le acque piovane all’interno del canale Scandurra, sono ostruite da pali in legno che fanno bella mostra di sé e rischiano di impedire alle acque di defluire regolarmente verso valle, la pietra che dovrebbe nascondere la struttura in cemento armato in parte non è stata ancora posta, in altre parti è stata posta senza essere definitivamente incollata e le recinzioni, a monte del sottopasso, non sono adeguatamente messe in sicurezza, sicché qualsiasi bambino, adulto o animale potrebbe finire direttamente nel vallone.
Di conseguenza, ha proseguito Vinciullo, è naturale chiedersi chi ha autorizzato la consegna di questi lavori incompleti? Perché la ditta non torna sul luogo per riprendere i lavori, ancora fermi? Chi ha collaudato questi lavori? Che cosa pensano dello stato dei luoghi il Direttore dei lavori ed il Responsabile Unico del Procedimento?
Se a tutte queste domande non venissero date risposte concrete e certe sarebbe proprio il caso che ad intervenire fosse la Procura della Repubblica di Siracusa in modo da capire, ha concluso Vinciullo, se i lavori possono essere lasciati in queste condizioni di sicurezza, se è eccessivo allarmismo lanciato dal sottoscritto, se, invece, ci troviamo di fronte ad una nuova modalità di mettere in sicurezza i sottofondi dei sottopassi, perché io capisco che dobbiamo adeguarci ai tempi, ma l’adeguamento ai tempi non penso che possa prevedere di lasciare le opere incomplete.
In allegato una serie di foto che certificano quanto da me dichiarato.